30 aprile 2017

Portami il girasole: il potere della poesia



Portami il girasole ch’io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l’ansietà del suo volto giallino.


Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.


Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.


                                    Eugenio Montale



Le nostre impressioni dopo le prime letture.

-Il poeta vuole piantare un girasole.
-Parla di un girasole speciale perché da come lo descrive sembra che per lui sia un qualcosa a cui tiene tanto.
-A me dà l'idea che il girasole era in un posto luce e la sua luce buona faceva risplendere tutto.
-Parla della natura ma anche di amore, non so se di una persona o di qualcosa.
-Anche per me è innamorato di una persona che è personificata nel girasole che attira il sole, ha un contatto con lui.
-Se il poeta trasferisce la persona  che ama nel girasole, vuol dire che lui è il sole.
-Il poeta forse dice "Portami" perché c'è qualcosa che gli impedisce di andarci.
-Forse questo girasole viene da lontano e qualcuno glielo porterà al posto suo.
-Il modo del verbo "Portami" è Imperativo: lo vuole e quindi lo ordina.
-Ma secondo me non glielo ordina con cattiveria ; è come se chiedesse un favore infatti gli spiega il perché.


Iniziamo ad analizzare la poesia: strofe, rime,
uso dei sensi, metafore...



-Secondo me il sole vuol dire vita.

Dalla poesia al BIG BANG...
Ripassiamo la storia dell'universo!








Adesso che l'abbiamo letta con più attenzione
ognuno esprime per iscritto il proprio pensiero sul testo.

- Nella poesia non c'è solo amore, ma anche morte forse. La poesia parla di emozioni forti, ma è  un po' complessa da capire.
-Ritengo che Eugenio Montale racconti delle sfortune che gli capitano, ad esempio quando dice "il mio terreno bruciato dal salino"-
-Secondo me Montale era arrabbiato e anche un po' di fretta.
-A questo punto sono arrivata alla conclusione che lui aveva personificato la ragazza nella pianta e si era innamorato di lei. Poi ho intuito che la poesia parlava della vita , della morte e dell'enorme importanza del sole.
-Questa poesia, a mio parere, parla di speranza, amore vita e anche morte.. E sì.,proprio morte perché se andiamo ad analizzare bene la seconda strofa si capisce che il poeta vuole far intendere che la vita è luce; dalla luce si nasce, poi si muore e si ridiventa una stella. Lui esprime la morte in modo chiaro ma non salta all'occhio: parla di essa dicendo che è oscura e che quando c'è la morte i corpi svaniscono e si esauriscono. Per me Eugenio ha fatto un grande lavoro in queste tre strofe regalandoci tante sorprese ed emozioni.
-Il poeta era nel gruppo degli Ermetici e in questa poesia si vede molto, perché in una sola parola intende mettere tante altre parole. Per me l'ultima strofa è speciale perché l'aggettivo "impazzito" rivolto al girasole non lo avevo mai sentito.
-Potrebbe essere che ad Eugenio piacessero i girasoli.
-All'inizio pensavo che la poesia parlasse del poeta che voleva un girasole che per lui rappresentava la vita, perché il girasole segue il sole e il sole è vita. Mi ha colpito molto il fatto di trovare,dentro una poesia che parla di girasoli, quindi di vita, una strofa, la seconda, così "nera"!
-Montale nella seconda strofa ha messo molte parole oscure, ma io e gli altri non ce ne siamo accorti perché davanti c'era la parola girasole. Questa poesia parla del bene e del male, della parte luminosa e della parte oscura.
-Eugenio Montale racchiude tutta la storia dell'Universo in poche parole. Il poeta usa dei "trucchi" e infatti ha un potere immenso!
-Il poeta non voleva rivelare il nome della ragazza e allora l'ha trasformata in un fiore.

Perché il girasole si "volta" a cercare il sole?
Una risposta ce la dà la mitologia greca.

L'origine del girasole.
Clizia è una ninfa della mitologia greca. Ripudiata dall'amato, il Sole, viene raffigurata nelle vesti di una fanciulla piangente oppure mentre si compie la sua trasformazione in girasole anzi per la precisione in Eliotropio tipo di pianta conosciuta ai tempi dei Greci.
Clizia è una delle giovani amate dal Sole. Il dio però si innamora di Leucotoe, figlia del re Orcamo,
Ingelosita e offesa, Clizia riferisce l'accaduto al padre di Leucotoe, che, in preda all'ira, ordina di seppellire la figlia viva in una buca profonda.
Disperato, Apollo cosparge il luogo della sepoltura di un nettare profumato; dalla terra inumidita nascerà la pianta dell'incenso. Clizia, ripudiata da Apollo, passa i giorni a seguire con lo sguardo il percorso del carro del Sole, finché, consumata dal dolore, si trasforma in girasole, il fiore sempre rivolto verso il Sole.



Il poeta Eugenio Montale dà nelle sue poesie
un soprannome alla donna amata:
la chiama proprio Clizia!


C'è tempo per un ultimo commento!

-Quando abbiamo letto la poesia all'inizio della lezione mi sembrava che parlasse solo di un uomo che voleva piantare un girasole, ma adesso che l'abbiamo approfondita ho capito che la poesia "dice" molto di più!