03 maggio 2016

...non passò mai peregrino...

Signor, e' non passò mai peregrino
Signore, non passò mai un pellegrino
o ver d'altra maniera viandante
o in verità un viandante di altra maniera
cogli occhi sì dolenti per cammino,
con gli occhi così dolenti per il cammino,
nè così greve di pene cotante,
nè così pesante di così grandi pene,
com'io passai per lo monte Appenino,
come io passai per il monte Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
dove mi fece piangere il bell'aspetto,
le trecce bionde e il dolce sguardo fino
le trecce bionde e lo sguardo dolce e delicato
ch' Amor con l'una man mi pone avante.
che Amore (Cupido) con una mano mi pone davanti.

Ipotesi sul testo
-E' una poesia di due strofe, di quattro versi. Le rime sono alternate. - Secondo me questa poesia è antica, mi sembra dell'epoca di Dante.
-Secondo me l'ha scritta un pellegrino che racconta del suo viaggio e di cosa ha visto.
-Forse nel suo viaggio ha incontrato una ragazza ed ha iniziato ad innamorarsi e poi le ha chiesto la mano.
-Parla del viaggio di un pellegrino.
-Sembra un dialetto.
--Avante significa avanti
-Com'io significa come io.
-Amor è scritto con la maiuscola perché è un Dio (Cupido).

La storia
Cino era uno studente e ha attraversato l'Appenino per venire all'Università di Bologna.
Probabilmente ha percorso la Piccola Cassia.
A Pistoia aveva incontrato Selvaggia una ragazza che per lui era bellissima e mentre viaggia Cino se la immagina sempre, per cui lui non soffriva solo per i calli ai piedi ma anche perché Cupido gli mostrava sempre l'immagine del suo viso (sembiante).
Quando Cino torna a Pistoia lei non c'è più perché Selvaggia è stata esiliata per motivi politici e lui diventa poeta.