29 novembre 2011

Descrizione della città di Thèoden

La città del re Théoden.
I viaggiatori salirono in fila dietro colui che li guidava. Percorsero un ampio sentiero lastricato di grosse pietre che serpeggiava verso l’alto e che ogni tanto si trasformava in brevi rampe di comodi gradini. 
 Essi passarono davanti a molte case di legno e molte porte scure.
 Lungo la via scorreva, in un canale di pietra, un limpido ruscello gorgheggiante e spumeggiante. Infine raggiunsero la sommità del colle.
 Qui, su una verde terrazza, si ergeva un’alta piattaforma, e ai suoi piedi sgorgava, da una roccia a forma di testa di cavallo, una limpida sorgente; l’acqua, raccolta da un’ampia vasca, andava poi ad alimentare il ruscello.
Sulla verde terrazza saliva una scalinata di pietra, larga e imponente, in cima alla quale, da ambedue i lati, erano due sedili intagliati nella roccia.
Qui sedevano le guardie, con le spade posate sulle ginocchia. Le loro chiome d’oro erano sparse sulle spalle, erano altissimi, sui loro verdi scudi era inciso il sole e le loro cotte di maglia erano brillanti e brunite.  Dietro di loro ecco il Palazzo d’Oro dove abitava il re Théoden.    
(adattato da Tolkien, Il Signore degli anelli)





WOLF GIRL

Mappa Olimpiadi

FRASI DI ANALISI LOGICA

Per gli assenti:
Dividi in sintagmi; cerca prima il predicato, il soggetto e poi tutti i complementi e gli eventuali attributi.
La tribù degli Ukatan, dopo una marcia lunghissima, scelse un luogo adatto vicino al fiume.
In tre giorni gli uomini e i bambini innalzarono abilmente le  loro capanne 
Esse erano di legno e di pelle di bisonte.
Le donne e le bambine raccolsero pietre nel fiume.
Poi prepararono il forno.
Tutte cucinarono sui fuochi il cibo della tribù.

25 novembre 2011

I giochi ad eliminazione "ci fanno stare male"!

Oggi, dopo l'intervallo abbiamo discusso sul fatto che i giochi ad eliminazione spesso provocano scontento.
Cosa possiamo fare?
Ecco le nostre proposte:

  • Se accetti le regole poi non ti devi lamentare. Bomber
  • Non bisogna fare commenti personali. Division lost 01
  • Si gioca per giocare, non per vincere. Punk devil
  • I complimenti devono essere anche per i "perdenti". Rapunzel
  • Ci deve essere una seconda possibilità. Evil
  • Si gioca senza giudici. Crazy
  • Gli eliminati possono rientrare. Music girl

23 novembre 2011

Alice in Wonderland: riscrittura di alcune scene




UN TÈ DI MATTI

Sotto un albero di rimpetto alla casa c'era una tavola apparecchiata. Vi prendevano il tè la Lepre di Marzo e il Cappellaio. Un Ghiro profondamente addormentato stava fra di loro, ed essi se ne servivano come se fosse stato un guanciale, poggiando su di lui i gomiti, e discorrendogli sulla testa. «Un gran disturbo per il Ghiro, - pensò Alice, - ma siccome dorme, immagino che non se ne importi nè punto, nè poco.»
La tavola era vasta, ma i tre stavano stretti tutti in un angolo: - Non c'è posto! Non c'è posto! - gridarono, vedendo Alice avvicinarsi. 
- C'è tanto posto! - disse Alice sdegnata, e si sdraiò in una gran poltrona, a un'estremità della tavola. 
- Vuoi un po' di vino? - disse la Lepre di Marzo affabilmente. 
Alice osservò la mensa, e vide che non c'era altro che tè. - Non vedo il vino, - ella osservò. 
- Non ce n'è, replicò la Lepre di Marzo.
- Ma non è creanza invitare a bere quel che non c'è, - disse Alice in collera. 
- Neppure è stata creanza da parte tua sederti qui senza essere invitata, - osservò la Lepre di Marzo.
- Non sapevo che la tavola ti appartenesse, - rispose Alice; - è apparecchiata per più di tre.
- Dovresti farti tagliare i capelli, - disse il Cappellaio. Egli aveva osservato Alice per qualche istante con molta curiosità, e quelle furono le sue prime parole. 
-Tu non dovresti fare osservazioni personali, - disse Alice un po' severa; - è sconveniente. 
Il Cappellaio spalancò gli occhi; ma quel che rispose fu questo: - Perchè un corvo somiglia a uno scrittoio? 
- Ecco, ora staremo allegri! - pensò Alice. -Sono contenta che hanno cominciato a proporre degli indovinelli... credo di poterlo indovinare, - soggiunse ad alta voce. 
- Intendi dire che credi che troverai la risposta? - domandò la Lepre di Marzo. 
- Appunto, - rispose Alice. 
- Ebbene, dicci ciò che intendi, - disse la Lepre di Marzo. 
- Ecco, - riprese Alice in fretta; - almeno intendo ciò che dico... è lo stesso, capisci. 
- Ma che lo stesso! - disse il Cappellaio. 
- Sarebbe come dire che «vedo ciò che mangio» sia lo stesso di «mangio quel che vedo.» 
- Sarebbe come dire, - soggiunse la Lepre di Marzo, - che «mi piace ciò che prendo», sia lo stesso che «prendo ciò che mi piace?» 
- Sarebbe come dire, - aggiunse il Ghiro che pareva parlasse nel sonno, - che «respiro quando dormo», sia lo stesso che «dormo quando respiro?» 


 Le nostre prove...
-SCHERZO QUANDO RIDO
RIDO QUANDO SCHERZO

-DORMO QUANDO CORRO 
CORRO QUANDO DORMO

-GIOCO QUANDO SCRIVO 
SCRIVO QUANDO GIOCO

-RIDO QUANDO PIANGO
PIANGO QUANDO RIDO

-PIANGO QUANDO STUDIO
STUDIO QUANDO PIANGO

-ASCOLTO E NON SENTO
SENTO E NON ASCOLTO

-TI DO UNA NOTA QUANDO TI DICO UNA NOTA
TI DICO UNA NOTA QUANDO TI DO UNA NOTA

-STUDIO E NON MEMORIZZO
MEMORIZZO E NON STUDIO

-CADO MENTRE CAMMINO 
CAMMINO  MENTRE CADO


-LEI ASCOLTA QUANDO PARLA
LEI PARLA QUANDO ASCOLTA


-CRESCO MENTRE MANGIO UN FUNGO
MANGIO UN FUNGO MENTRE CRESCO

-BUSSO PER ENTRARE
ENTRO PER BUSSARE

-E' UN GATTO CON IL SORRISO
E' UN SORRISO CON IL GATTO

-METTO L'OROLOGIO NEL TE'
METTO IL TE' NELL'OROLOGIO

-USO IL GHIRO COME CUSCINO 
USO IL CUSCINO COME GHIRO


-LA SCIMMIA MANGIA LA BANANA
LA BANANA MANGIA LA SCIMMIA








- È lo stesso per te, - disse il Cappellaio. E qui la conversazione cadde, e tutti stettero muti per un poco, mentre Alice cercava di ricordarsi tutto ciò che sapeva sui corvi e sugli scrittoi, il che non era molto. 
Il Cappellaio fu il primo a rompere il silenzio. - Che giorno del mese abbiamo? - disse, volgendosi ad Alice. Aveva cavato l'orologio dal taschino e lo guardava con un certo timore, scuotendolo di tanto in tanto, e portandoselo all'orecchio. 
Alice meditò un po' e rispose: - Oggi ne abbiamo quattro. 
- Sbaglia di due giorni! - osservò sospirando il Cappellaio. - Te lo avevo detto che il burro avrebbe guastato il congegno! - soggiunse guardando con disgusto la Lepre di Marzo. 
- Il burro era ottimo, - rispose umilmente la Lepre di Marzo. 
- - Sì ma devono esserci entrate anche delle molliche di pane, - borbottò il Cappellaio, - non dovevi metterlo dentro col coltello del pane. 
La Lepre di Marzo prese l'orologio e lo guardò malinconicamente: poi lo tuffò nella sua tazza di tè, e l'osservò di nuovo: ma non seppe far altro che ripetere l'osservazione di dianzi: - Il burro era ottimo, sai.
Alice, che l'aveva guardato curiosamente, con la coda dell'occhio, disse: 
- Che strano orologio! segna i giorni e non dice le ore. 
- Perchè? - esclamò il Cappellaio. - Che forse il tuo orologio segna in che anno siamo? 
- No, - si affrettò a rispondere Alice - ma l'orologio segna lo stesso anno per molto tempo. 
- Quello che fa il mio, - rispose il Cappellaio.
Alice ebbe un istante di grande confusione. Le pareva che l'osservazione del Cappellaio non avesse alcun senso; e pure egli parlava correttamente. - Non ti comprendo bene! - disse con la maggiore delicatezza possibile. 
- Il Ghiro s'è di nuovo addormentato, - disse il Cappellaio, e gli versò sul naso un poco di tè bollente. 
Il Ghiro scosse la testa con atto d'impazienza, e senza aprire gli occhi disse: - Già! Già! stavo per dirlo io. 
- Credi ancora di aver sciolto l'indovinello? - disse il Cappellaio, volgendosi di nuovo ad Alice. 
- No, ci rinunzio, - rispose Alice. - Qual'è la risposta? 
- Non la so, - rispose il Cappellaio. 
- Neppure io, - rispose la Lepre di Marzo. 
Alice sospirò seccata, e disse: - Ma credo potresti fare qualche cosa di meglio che perdere il tempo, proponendo indovinelli senza senso. 
- Se tu conoscessi il tempo come lo conosco io, - rispose il Cappellaio, - non diresti che lo perdiamo. Domandaglielo. 
- Non comprendo che vuoi dire, - osservò Alice. 
- Certo che non lo comprendi! - disse il Cappellaio, scotendo il capo con aria di disprezzo - Scommetto che tu non hai mai parlato col tempo.
- Forse no, - rispose prudentemente Alice; - ma so che debbo battere il tempo quando studio la musica. 
- Ahi, adesso si spiega, - disse il Cappellaio. - Il tempo non vuol esser battuto. Se tu fossi in buone relazioni con lui, farebbe dell'orologio ciò che tu vuoi. Per esempio, supponi che siano le nove, l'ora delle lezioni, basterebbe che gli dicessi una parolina all orecchio, e in un lampo la lancetta andrebbe innanzi! Mezzogiorno, l'ora del desinare! 
(«Vorrei che fosse mezzogiorno,» bisbigliò fra sè la Lepre di Marzo). 
- Sarebbe magnifico, davvero - disse Alice pensosa: - ma non avrei fame a quell'ora, capisci.
- Da principio, forse, no, - riprese il Cappellaio, - ma potresti fermarlo su le dodici fin quando ti parrebbe e piacerebbe.
- E tu fai così? - domandò Alice. 
Il Cappellaio scosse mestamente la testa e rispose: - Io no. Nel marzo scorso abbiamo litigato... proprio quando diventò matta lei... - (e indicò col cucchiaio la Lepre di Marzo...) Fu al gran concerto dato dalla Regina di Cuori... ivi dovetti cantare:

Splendi, splendi, pipistrello! 
Su pel cielo vai bel  bello! 

- Conosci tu quest'aria? 
- Ho sentito qualche cosa di simile, - disse Alice.
- Senti, è così, - continuò il Cappellaio: 

Non t'importa d'esser solo 
e sul mondo spieghi il volo.
Splendi. splendi... 

A questo il Ghiro si riscosse, e cominciò a cantare nel sonno: 

Teco il pane; teco il pane aggiungerò....

e via via andò innanzi fino a che gli dovettero dare dei pizzicotti per farlo tacere. 
- Ebbene, avevo appena finito di cantare la prima strofa, - disse il Cappellaio, - quando la Regina proruppe infuriata: - Sta assassinando il tempo! Tagliategli la testa! 
- Feroce! - esclamò Alice. 
- E d'allora, - continuò melanconicamente il Cappellaio, - il tempo non fa più nulla di quel che io voglio! Segna sempre le sei! 
Alice ebbe un'idea luminosa e domandò: È per questo forse che vi sono tante tazze apparecchiate? 
- Per questo, - rispose il Cappellaio, - è sempre l'ora del tè, e non abbiamo mai tempo di risciacquare le tazze negl'intervalli. 
- Così le fate girare a turno, immagino... disse Alice. 
- Proprio così, - replicò il Cappellaio: a misura che le tazze hanno servito. 
- Ma come fate per cominciare da capo? s'avventurò a chiedere Alice. 
- Se cambiassimo discorso? - disse la Lepre di Marzo sbadigliando, - Questo discorso mi annoia tanto. Desidero che la signorina ci racconti una storiella. 
- Temo di non saperne nessuna, - rispose Alice con un po' di timore a quella proposta. 
- Allora ce la dirà il Ghiro! - gridarono entrambi. - Risvegliati Ghiro! - e gli dettero dei forti pizzicotti dai due lati. 
Il Ghiro aprì lentamente gli occhi, e disse con voce debole e roca: 
- Io non dormivo! Ho sentito parola per parola ciò che avete detto. 
- Raccontaci una storiella! - disse la Lepre di Marzo. 
- Per piacere, diccene una! - supplicò Alice. 
- E sbrigati! - disse il Cappellaio, - se no ti riaddormenterai prima di finirla. 
- C'erano una volta tre sorelle, - cominciò in gran fretta il Ghiro. - Si chiamavano Elsa, Lucia e Tilla; e abitavano in fondo a un pozzo... 
- Che cosa mangiavano? - domandò Alice, la quale s'interessava sempre molto al mangiare e al bere. 
- Mangiavano teriaca, - rispose il Ghiro dopo averci pensato un poco. 
- Impossibile, - osservò gentilmente Alice. - si sarebbero ammalate. 
- E infatti erano ammalate, - rispose il Ghiro, - gravemente ammalate. 
Alice cercò di immaginarsi quella strana maniera di vivere, ma ne fu più che confusa e continuò: - Ma perchè se ne stavano in fondo a un pozzo? 
- Prendi un po' più di tè! - disse la Lepre di Marzo con molta serietà. 
- Non ne ho avuto ancora una goccia, - rispose Alice in tono offeso, - così non posso prenderne un po' di più. 
- Vuoi dire che non ne puoi prendere meno. - disse il Cappellaio: - è molto più facile prenderne più di nulla che meno di nulla. 
- Nessuno ha domandato il tuo parere, - soggiunse Alice. 
- Chi è ora che fa delle osservazioni personali? - domandò il Cappellaio con aria di trionfo. 
Alice non seppe che rispondere; ma prese una tazza di tè con pane e burro, e volgendosi al Ghiro, gli ripetè la domanda: - Perchè se ne stavano in fondo a un pozzo? 
Il Ghiro si prese un minuto o due per riflettere, e rispose: - Era un pozzo di teriaca. 
- Ma non s'è sentita mai una cosa simile! interruppe Alice sdegnata. Ma la Lepre di Marzo e il Cappellaio facevano: - St! st! - e il Ghiro continuò burbero: - Se non hai educazione, finisciti da te la storiella. 
- No, continua pure! - disse Alice molto umilmente: - Non ti interromperò più. Forse esiste un pozzo così. 
- Soltanto uno! - rispose il Ghiro indignato. A ogni modo acconsentì a continuare: - E quelle tre sorelle... imparavano a trarne... 
- Che cosa traevano? - domandò Alice, dimenticando che aveva promesso di tacere. 
- Teriaca, - rispose il Ghiro, questa volta senza riflettere. 
- Mi occorre una tazza pulita, - interruppe il Cappellaio; - moviamoci tutti d'un posto innanzi. 
E mentre parlava si mosse, e il Ghiro lo seguì: la Lepre di Marzo occupò il posto del Ghiro, e Alice si sedette di mala voglia al posto della Lepre di Marzo. Il solo Cappellaio s'avvantaggiò dello spostamento: e Alice si trovò peggio di prima, perchè la Lepre di Marzo s'era rovesciato il vaso del latte nel piatto. 
Alice, senza voler offender di nuovo il Ghiro disse con molta discrezione: - Non comprendo bene. Di dove traevano la teriaca? 
- Tu puoi trarre l'acqua da un pozzo d'acqua? - disse il Cappellaio; - così immagina, potresti trarre teriaca da un pezzo di teriaca... eh! scioccherella! 
- Ma esse erano nel pozzo, - disse Alice al Ghiro. 
- Sicuro, e ci stavano bene, - disse il Ghiro. 
- Imparavano a trarre, - continuò il Ghiro, sbadigliando e stropicciandosi gli occhi, perchè cadeva di sonno; - e traevano cose d'ogni genere... tutte le cose che cominciano con una T... 
- Perchè con una T? - domandò Alice. 
- Perchè no? - gridò la Lepre di Marzo. 
Alice non disse più sillaba. 
Il Ghiro intanto aveva chiusi gli occhi cominciando a sonnecchiare; ma, pizzicato dal Cappellaio, si destò con un grido, e continuò: - Che cominciano con una T. come una trappola, un topo, una topaia, un troppo... già tu dici: «il troppo stroppia», oh, non hai mai veduto come si tira il troppo stroppia?» 
- Veramente, ora che mi domandi, - disse Alice, molto confusa, - non saprei... 
- Allora stai zitta, - disse il Cappellaio. 
Questo saggio di sgarbatezza sdegnò grandemente Alice, la quale si levò d'un tratto e se ne uscì. Il Ghiro si addormentò immediatamente, e nessuno degli altri due si accorse che Alice se n'era andata, benchè ella si fosse voltata una o due volte, con una mezza speranza d'essere richiamata: l'ultima volta vide che essi cercavano di tuffare il Ghiro nel vaso del tè. 
- Non ci tornerò mai più, - disse Alice entrando nel bosco. - È la più stupida gente che io m'abbia mai conosciuta. 
Mentre parlava così osservò un albero con un uscio nel tronco. «Curioso, - pensò Alice. - Ma ogni cosa oggi è curiosa. Credo che farò bene ad entrarci subito». Ed entrò. 
Si trovò.di nuovo nella vasta sala, e presso il tavolino di cristallo. - Questa volta saprò far meglio, - disse, e prese la chiavetta d'oro ed aprì la porta che conduceva nel giardino. Poi si mise a sbocconcellare il fungo (ne aveva conservato un pezzetto in tasca), finchè ebbe un trenta centimetri d'altezza o giù di lì: percorse il piccolo corridoio: e poi si trovò finalmente nell'ameno giardino in mezzo alle aiuole fulgide di fiori, e alle freschissime fontane. 

TESTO INTEGRALE:
http://www.polesine.com/pagine/cultura/letteratura/a001.htm


18 novembre 2011

Lezione di musica: gli strumenti ad arco

Venerdì nella nostra classe sono venuti 3 musicisti: Margherita che suona il VIOLONCELLI, Enrico che suona il VIOLINO, , la VIOLA e una specie di violino di nome HARDINGVIELE e c'era anche Luigi che è un professore delle medie e suona il violino. Ci hanno suonato 4 brani e ci hanno fatto riconoscere le varie parti. La  quarta canzone era di LADY GAGA
!
Bomber e Candy






16 novembre 2011

Attacco filosofico



Trascrizione  dei commenti  dei bambini durante un'attività di gioco che aveva per tema la filosofia greca.

 - Io sono d'accordo con Anassimandro perché l'origine di tutto è un dio immortale. 
- Per me invece è la terra. 
-Ma la terra non è immortale.
-Lo spazio non può morire.
-No, lo spazio finirà con l'esplodere del tutto.
-Lo spazio è divino per me.

- Per Democrito è tutto fatto di atomi.
-Ma come facevano a sapere che esistevano gli atomi?

- Per me ha ragione Anassimene, nell'aria c'è l'ossigeno e senza aria non si può vivere.

-Io sono d'accordo con Pitagora: i numeri sono dappertutto!
-No, lo spazio è infinito e non si può misurare.

-E' vero quello che dice Eraclito: dipende dai punti di vista, alto -basso, vicino e lontano.

-Io mi metto dalla parte di Socrate perché lui ascoltava tutti e pensava che tutti avevano ragione.
- Mi sembra di aver capito che lui imparava dai suoi allievi.

-Noi siamo "platonei" perché la pensiamo come Platone: da soli non ce la facciamo e dobbiamo collaborare.

-Siamo in due a stare con Aristotele che diceva che bisogna fare il bene e non "non fare il male".


IL FILOSOFO VINCITORE DEL GIOCO E' SOCRATE CHE BATTE PLATONE 6 A 5!


15 novembre 2011

Il Dirigente scrive...

Il Dirigente scrive.
Ho visto il vostro BLOG ed ho apprezzato la sua rapida e progressiva evoluzione... Brave le maestre e bravi i rampolli
( POLLI con una buona memoria RAM).
Sergio Simoni


Noi rispondiamo.
Gentile Preside,
grazie di aver visitato il nostro blog. Può farlo quando vuole.
Grazie per averci chiamato "rampolli": all'inizio non avevamo capito, ma dopo la spiegazione delle maestre ci è piaciuto molto.
Ciao dalla V A!

11 novembre 2011

Degustazione acqua di rubinetto e di bottiglia

                                                   Degustazione dell' acqua


Noi della 5A giovedì 10 novembre, dalle ore 11.00 di mattina alle 12.30, siamo andati in piazza a Monteveglio. Ci siamo divisi a coppie e siamo andati a chiedere alle persone se volevano degustare l'acqua.
Al banco c'erano due caraffe A e due B. Le persone quando dovevano degustare l' acqua, provavano a capire quale delle due era l'acqua in bottiglia e viceversa. Se indovinavano noi  gli spiegavamo che è meglio bere l'acqua del rubinetto invece che quella della bottiglia perché inquina di meno .
E' stato fantastico: tanta gente e' venuta a degustare l' acqua.

                                                                                      THE CHEETAH GIRLS

                             Un salto al mercato per convincere la gente

Oggi il 10 novembre 2011 alle ore 11:00 della mattina, siamo andati in piazza della libertà, di Monteveglio. Noi della 5°A, siamo andati in piazza nel momento in cui c'era il mercato. Abbiamo convinto la gente ad usare l' acqua del rubinetto invece di quella della bottiglia.Abbiamo chiesto alle persone quale acqua bevevano tra quella di rubinetto e quella di bottiglia. Le persone sono state 24, quelli che bevevano acqua in bottiglia erano 10 e 14 gli altri. Dalle indagini abbiamo scoperto che la maggior parte beve l'acqua del rubinetto. Ci è dispiaciuto che qualche persona non abbia voluto bere!

Articolo sul lavoro della nostra scuola per la settimana dell'acqua sul sito del Comune:
http://www.comune.monteveglio.bo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1659:a-monteveglio-si-brinda-con-lacqua-del-sindaco&catid=40:articoli

Il nostro cartellone in giro per il mercato.



Brindisi alle fontanelle!

Per festeggiare la conclusione della settimana europea dell'acqua promossa dall'UNESCO,  la Scuola Primaria di Monteveglio, dopo tanti giorni di lavoro con cartelloni, studi, discussioni e degustazione delle acque si ritroverà intorno alle fontanelle del Paese per brindare all'acqua e al suo uso più sostenibile!
Portate i vostri bicchieri, brinderemo insieme a mezzogiorno presso le fontanelle del Parco Arcobaleno, del Parcheggio della rotonda e della Piazza .

08 novembre 2011

POLIS GAME



Una storia per cominciare.
Una strana mattina, molto presto, Monteveglio si svegliò senza più gli adulti. I bambini, rimasti soli, scesero per strada per cercare gli altri e videro… (sequenza descrittiva) che la città era vuota e silenziosa. Non c’erano le automobili né la gente,  i negozi erano chiusi con le serrande abbassate. Il paese era triste ed eravamo rimasti solo noi bambini di quinta A.       
Ogni bambino pensava (sequenza riflessiva)…ai suoi familiari che erano molto preoccupati e ora non avrebbero saputo come fare senza qualcuno a tenergli compagnia.
Ogni bambino pensava anche che c’era un lato buono: non si andava più a scuola, però alla fine non sarebbe stato molto bello se non fossero tornati mai più gli altri…
Alcuni bambini pensavano che avrebbero trascorso una vita più bella trascorsa solo a giocare, mangiare e a fare ciò che volevano.
Col passare dei giorni le case, i negozi, le automobili e tutto il resto degli oggetti prodotti dall’uomo iniziarono a scomparire e i bambini ebbero l’idea di ricominciare tutto dall’inizio.
I bambini iniziarono a litigare e...


Siamo divisi in due grandi gruppi.
Ogni gruppo deve partire da zero a costruire una città.

Resoconto del nostro secondo incontro:
1° gruppo
-E' molto difficile parlarsi, perché non si ascoltava e io non ci capivo più niente e ho smesso di lavorare.
-Per me il lavoro è andato male perché non si rispettava il moderatore. Urlavamo tutti. E non sono riuscito a prendere appunti per bene.
-Ha ragione lui perché tutti urlavamo.
-Anch'io ho parlato.
-Nel nostro gruppo c'era chi urlava tutto il tempo e non si ascoltava. C'era chi rideva e criticava gli altri.
-Alla fine abbiamo trovato una soluzione. Ci siamo divisi in due gruppi e abbiamo nominato un nuovo moderatore.


2° gruppo
 -Noi siamo andati abbastanza bene ma alla fine per prendere una decisione c'era confusione. C'era tanto baccano. Noi non ci mettiamo d'accordo su chi fa le cose ma alla fine abbiamo fatto un giro e ognuno diceva il proprio ruolo.
-All'inizio avevo proposto di fare le faccende e poi non sapevo cosa dovevo fare.
-Io non riuscivo a capire cosa dicevano perché si sovrapponevano.
-Per me è andata abbastanza bene.
-All'inizio ci siamo concentrati solo sui giochi.
-Riflettiamo sul fatto che senza le maestre che ci danno la parola è molto più difficile mettersi d'accordo.
-Questo lavoro mi piace perché dobbiamo collaborare per vivere in questa città.
-La cosa più interessante è stato sentire le idee degli altri. Non mi piace quando si decide a maggioranza: è meglio decidere insieme dopo aver ascoltato.

04 novembre 2011

4 Novembre: la guerra è un brutto gioco!

Oggi siamo andati nella sala del Consiglio Comunale, per vedere un cortometraggio intitolato "Arrete la Guerre". Gracy e Falco
 http://www.youtube.com/watch?v=Gq6ExtaxnGg
Oggi  ricordiamo i caduti di tutte le guerre. Fox

Maddalena ci ha letto un brano scritto da  Gino Strada, un chirurgo umanitario. Ho capito che negli ospedali militari 9 persone su  10 sono civili. Player football
La guerra è una "brutta cosa" anche per noi che non l'abbiamo vissuta, non è mai bello! Jenny ed Evil
La guerra spesso uccide civili, non ha senso. Spesso vittime sono anche i bambini. Ice cream, Tati-01 Stacy
Una guerra NON può essere fatta per la pace, non possono esistere guerre umanitarie.  Nella guerra non ci sono mai i "Buoni".Candy e Punk lady
La guerra non è un gioco, ma una realtà. Imitarla non è una cosa bella, i giochi di guerra sono violenti. Music girl  - Wolf girl - Punk Devil
Nel mondo adesso ci sono bambini che fanno la guerra. Crazy
Con la guerra non si risolve niente. Wolf
La guerra costa... anziché armi potremmo spendere per costruire scuole! Schicco e Bomber
Leggete questo libro!
Abbiamo deposto un corona davanti  al Monumento in ricordo dei Caduti di tutte le guerre. Rapunzel






01 novembre 2011

MOUSIKE' 3° incontro

Lunedì 24 ottobre siamo andati in palestra per il terzo incontro di Mousiké.
Con Alessia abbiamo parlato del fatto che a volte in un sogno possiamo cadere o perdere l'equilibrio.
 Nel primo gioco dovevamo camminare mentre Alessia sbatteva i legnetti e quando non li sbatteva dovevamo stare in equilibrio.
Nel secondo gioco ci mettevamo in una posizione in modo di essere in equilibrio. Nell'ultimo dovevamo prendere per l'avambraccio il compagno e girare in tondo: dopo essere caduti potevamo scegliere un altro compagno.
Alla fine ci siamo rilassati con una ninna nanna.


                                                                                                                   ICE CREAM

MUSEO DEL PATRIMONIO INDUSTRIALE 2° parte

IL SITO DEL MUSEO DEL PATRIMONIO INDUSTRIALE

I mulini che andavano con l'energia prodotta dall'acqua avevano una ruota che girando azionava gli ingranaggi che, a loro volta, facevano funzionare la macina.
A volte capitava che la ruota non riusciva a girare
 perché era molto pesante.
John Smeathon ha inventato una macchina che girava meglio.
L'invenzione di queste macchine sostituì la fatica dell'uomo. (TATI-01 e WOLF GIRL)

Modello della ruota idraulica (TATI-01)

Sezione di un mulino ad acqua (WOLF GIRL)

Ruota (RAPUNZEL e MUSIC GIRL)

Non sempre le ruote girano!
(RED BULL e DIVISIONLOST01)


Poi WATT ha inventato la macchina a vapore!
La macchina a vapore di WATT.
(PUNK LADY e FOX)