17 marzo 2017

Apparato respiratorio e... FILOSOFIA


All'inizio la respirazione era un grande MISTERO!


Platone e Aristotele pensavano che il cuore bruciasse il cibo e questo scomparisse, il respiro aveva la funzione di RAFFREDDAMENTO.

Platone rintracciò l’etimo di psyché in due possibili radici verbali: ana-pneîn «respirare», oppure ana-psychò  o «faccio asciugare». La particella comune ana in greco significa «su»; nei due casi individuati da Platone indicherebbe un qualcosa di leggero che sale, proprio come il soffio del respiro che, uscendo riscaldato dai polmoni, tende a salire.

Aristotele invece, analizzando le teorie tramandate intorno al significato del termine «anima», ne individuò l’origine etimologica in katá-psyxis «raffreddamento».

Al di là delle differenti ipotesi, possiamo notare come gli antichi avevano associato questo «soffio, forza vitale» al freddo, constatato che con l’abbassarsi della temperatura questo diventa visibile. Si ipotizza che il sostantivo latino animus o anima derivi dal greco an-aimos che significa «senza sangue», «esangue», ciò che sopravvive al corpo esangue, morto: l’anima appunto, anche se la provenienza semantica più accreditata rimane quella da ànemos, «vento» o anche «respiro», che a sua volta discende dalla forma verbale sanscrita àniti, cioè «egli soffia»


Claudio Galeno Risultati immagini per galeno
mise a punto una teoria secondo la quale il pneuma, uno spirito del mondo, si infiltra dall'aria nella trachea e giunge poi al cuore sotto forma di un soffio particolare alla fiamma ardente.